Sempre contro il fascismo!
un´altra storia
Mi sveglio. Sto male. Nel letto accanto dorme la ragazza. Mi alzo in modo silenzioso, vado sul balcone e per prima cosa mi fumo due sigarette. Ritorno in stanza, esco, prende le chiavi e esco di casa. A 50 metri si trova una pasticceria, vado li, entro, bevo un caffé al banco e poi compro da una commessa, che sono tutte siciliane, alcuni pasticcini, che sono veramente buonissimi, ma anche cari, me li lascio incartare e ritorno alla casa, nell´appartamento, nella stanza.
La ragazza dorme. Silenziosamente vado sul balcone, si sente la strada, la gente, mi accendo un´altra sigaretta, sono giá a 5-6 sigarette in meno di un´ora.
Lo stato d´animo, la situazione generale, tutte le storie giá successe fino a quel momento, le storie dell´ultimo mezzo anno bastanno giá per amazzare anché il piú forte di tutti.
Non sono il piú forte di tutti, ma ugualmente ancora vivo.
Se nel mio caso si poteva parlare di vita e non di una sofferenza.
Me ne frego, me ne fregavo; se non ci si ha niente da perdere, se non ci si ha neanche quel niente, che si potrebbe perdere, ugualmente.
Mi accendo la prossima e penso alcuni attimi a tutta questa merda mentale che mi hanno giá messo dentro, che odio nei miei confronti; che odio dalli austriaci; da tutto l´ambiente, le donne che mi odiano senza averne il piú minimo motivo, brutta storia.
Ma penso anche ai lati positivi; la birra, gli amici, la birra, finito.
La ragazza si é svegliata; non sá quanto le voglio bene, ma io so quanto mi odia; viene da me al balcone e niente; dice che deve andare all´universita per studiare per gli esami tutto il giorno, forse a studiare la recitazione, chi lo sá cosa studia quella; le mostro i pasticcini che le ho portato, lei é contenta, ne mangia alcuni, mi accendo la prossima; lei va nel bagno e io la aspetto, ci salutiamo e lascio l´appartamento, la casa e vado quei 100 metri fino alla fermata dell´autobus; almeno non ci sono austriaci in vicinanza.
Alla fermata dell´autobus ci sono almeno due uomini li per me; sono gli unici che noto; un veccio (50 anni) e un giovane (30 anni); non sembrano ne sbirri, ne militari; parlanno di me e come aiutarmi; non é possibile aiutarmi; mi accendo un´altra sigaretta; l´autobus che devo prendere arrivá; entro e il giovane mi segue; essendo non uno sbirro, ne un militare, ne un agente non gli dó molta attenzione....non sembra pericoloso; ma probabilmente stá attento a me, forse, forse no; arrivo li, cambio la linea, arrivo li e passeggio lungo il Tevere; arrivo al quartiere Trastevere, mi compro due giornali (Corriere, Repubblica) e mi siedo a un tavolino davanti a un bar....bevo un café, mangio un cornetto e commincio a leggere i giornali quando due persone mi passano adosso; parlano di me e sono molto preocupati per me; veramente molto preocupati per me, per questa storia con la ragazza e temeno il piú peggio; per me, per loro, per il mondo; mi accendo un altra sigaretta.
Un, due ore piú tardi continuó la mia passegiata per le vie di Trastevere, un quartiere molto bello e cerco e poí trovo anche un ristorante un pó nascosto dove ho mangiato nei giorni scorsi; mi siedo, ordino e mangio; Lasagne; l´aspetto, forse l´unico positivo in tutto questo tempo é questa cucina buonissima, l´unica cosa positiva nella mia vita in quel momento; mi accendo un´altra sigaretta.
Ritorno a passegiare, bevo un caffé in un bar, incontro alcuni elementi sospettosi e entro in un locale dove c´hanno l´internet, mi metto davanti al computer e correggio il framento al quale sto lavorando; dopo un, due ore ho finito le correzzione e mi lascio stampare l´ultima versione del framento; continuó la mia passegiata per arrivare al quartiere ebreo e li mi metto in un bar a correggere l´ultima versione del framento; lo Szlengel; mi passano davanti 5-6 sbirri romani; non antipatici; non vulgari, non scontrosi; mi sembrano un pó come dei bambini; curiosi davanti a un personaggio tale com il mio; poí un´altro, telefonando al cellulare, parlando di me e di quanto mi intendo di computer (avendo dovuto installare 3-4 programmi sul computer nel locale dove c´hanno l´internet per poter lavorare sul framento); mi accendo un´altra sigaretta, il primo pacchetto di sigarette giá finito da un pó; poi altra gente e altra gente; ormai me ne sono sicuro, che qua a Roma mi conoscono gia tutti; non ho pubblicato niente, non ho fatto niente, non sono niente, non faccio niente, non dico niente, non mi comporto in maniera stravagante; non faccio casini ne qualcosa d´altro e communque son´tutti interessati a me; ma purtroppo sono sucesse gia troppe catastrofe, troppe storie; per esempio che sono io il pazzo, ma qua, io, sono uno dei pocchi che di sicuro non sono pazzi; zerovirgolazero; brutta e cattiva gente cé ne abbastanza in giro, ma buona gente quanta; almeno non sono uno stronzo come quasi tutti gli altri.
Mi accendo un´altra sigaretta; il tema del framento é cosí, che piú di 2-3 ore al giorno non me ne posso occupare; troppo triste, mi trascina troppo con se il tema e poi io, tristissimo per tutte queste cattiverie, tutta questa gente di merda, tutti questi superfurbi, che ne hanno capito proprio niente, poí tutti questi sbirri e agenti, cosí strasicuri di sé, quasi cosí che si dovrebbe ringraziarli tutto il tempo perché non ti danno le bastonate, i pugni, ti sparanno, ti mettono in galera; ma dove siamo; ma come sono messi questi; ma che .... c´hanno in testa; ma cosa si permettano tutto il tempo, mi accendo un´altra sigaretta
Dopo aver lavorato sul framento mi rialzo e cammino per le strade di Roma, dietro e davanti c´ho sempre delle ombre; qualche ombra é cattiva, molto, molto cattiva, altre ombre sono buone; non solo, ma inanzitutto quelle che non sono italiane; un´altro caffé per accorciare il tempo della mia vita; un´altra sigaretta; dovrei avere il mal di testa, non ce l´ho; tutto questo casino, tutte queste ferite; questa vita al di lá del bene e del male.
Tardo pomeriggio. Mi dirigo verso la stazione Termini; arrivato li entro nella stazione e mi compro un biglietto; incontro per caso due agenti; mi conoscono, si meravigliano; se cercano uno come me; prima che mi trovono, io trovo loro; esco dalla stazione é vado a 50 metri dall´entrata alla stazione, mi appoggio su un muro dove nella prossimita non si trova nessuno, mi accendo un´altra sigaretta.
Da li posso intravedere quasi tutto quello che si muove davanti a me, vedo anché la fermata dell´autobus, dove dovrebbe arrivare da un momento all´altro la ragazza, avendo fatto la mattina un´appuntamento li.
Passano molte persone davanti a me; poliziotti, agenti, procuratori, ect., ect., veramente tanti, son lontani e io aspetto fin quando si si avvicina una persona nella mia direzione, sta telefonando al cellulare e parla di come uccidermi; che con un colpo di pistola, con un`attentato con le pistole non potrebbe funzionare e che é meglio usare una bomba....lo sento parlare, ancora non vicinissimo a me e io mi allontano dal muro e vado nella direzione opposta di quella che arriva questa persona, che si avviciná sempre di piú a me; la persona dice al telefono che adesso sono fuori di testa e mi allontano ancora di piú, scosso da queste parole, da una persona a me completamente sconosciuta, c´ho paura; forse per l´ultima volta nella mia vita; una persona che sá esattamente dove mi trovo; quando mi trovo li; una persona informata, che a quel punto della storia non erano poi cosí tanti; una persona che deve per forza essere o dei servizi segreti italiani o una persona molto, ma molto ben´informata della polizia romana....persone della polizia romana con le quali avevo giá da fare nei giorni precedenti e erano in quasi tutti i casi l´esatto contrario di quello che dovevanno essere....anziché buoni, cattivi, felici di quanto stavo male; proprio delle persone maleducate, stupide, in poche parole; fascisti.
Mi allontanavo per circa 50 metri e cosí restavo per circa 10 minuti; la persona ed io; io molto teso mi accendevo un´altra sigaretta, sembrava che la mia presenza a Roma a tanta gente non soltanto non era gradita, ma mi volevanna e con altissima probabiltá mi vogliono morto....una considerazione che trovava poí un riscontro vero e per me quasi fatale quando ero tornato in provicina; proprio i buoni contro il cattivo; con una bomba, un autobomba, con le pistole, a uccidere, torturare, distruggere, sputanare, minacciare; proprio i buoni contro il cattivo.
Finalmente arrivava la ragazza con un ritardo record e io le raggiunse alla fermata dell´autobus, io teso, scoso, arrabiato, furioso e la ragazza che notava in circa il zerovirgolazero; essendo teso ero molto irritato; prendiamo l´autobus e andavamo in un quartiere quasi fuori della citta, un viaggio di circa un ora e mezza per raggiungere alla fine un piccolo ristorante; entriamo, mangio il mio piatto di cozze e lei un insalata di pesce; fumo una dopo l´altra; beviamo una bottiglia di vino biancho; il propietario, il cameriere, gli ospiti, dopo mezz´ora di permanenza sanno chi sono, sperano per me; incrociano le dite, anché se qua, tra me e la ragazza non cé piú niente da incrociare; ma sono molto simpatici, gentili, tranne una; dopo aver mangiato ci sediamo davanti al locale e li beviamo un´altra bottiglia di vino biancho; un´altra sigaretta; comminciamo, no lei commincia a litigare con me; mai dare a una donna troppo vino biancho alla sera; perde le staffe; non un pó, ma completamente; e poi l´unico qua a perdere le staffe dovrei ben essere io, subendo qua durissimi attachi, complimenti negativi, capendo troppo e sapendo troppo; perde le staffe e io, giá teso, scoso reagiscó; fumo un´altra sigaretta e lei si arrabia ancora di piú, senza aver alla fine la piú minima ragione; prendiamo il bus, non parliamo piú, ormai é chiaro che mi odia probabilmente piú di ogni altra cosa nella sua vita; devo stare attento a non inpazzire davanti a questa follia; perché una volta rovinata l´anima, non é che poi l´anima si riprende; anzí peggiora tutto; non é possibile rassettare l´anima una volta distrutta; usciamo dal bus e sulla via per la casa nella quale si trovo l´appartamento, ci sono ancora una donna e un´uomo abbastanza lontani, che parlano di me e la donna ripeté soltanto due, tre volte; che povera donna, che povera donna, intendendo la ragazza; non soltanto una scema, ma anche una deficente di dimensioni spaziali; una stronza; entriamo in casa e poi la notte; e poí un miracolo che mi son svegliato il giorno dopo e poi tutti questi cretini, stronzi, idioti, stupidi, pazzi....poi sono io il cattivo!